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Stile Libero

Tecnocamperista

Ogni tanto bisognerebbe fermarsi e provare a riflettere su cosa facciamo e su dove stiamo andando. In particolar modo mi riferisco a quella parte di lettori cresciuta senza computer, con un telefono in casa (magari in duplex, vale a dire che per spendere meno condivivevi la linea con il vicino), una manciata di gettoni telefonici sempre in tasca, e al massimo la calcolatrice o la macchina per scrivere appoggiati sulla scrivania. Le schede di memoria erano una rubrica telefonica sgualcita e consumata sotto al telefono, i motori di ricerca erano le Pagine Gialle, il telefonino era l'agendina tascabile e i suddetti gettoni e a Google provvedevano il dizionario, l'enciclopedia Garzanti (per i più fortunati la Treccani) e per le ricerche più impegnative la biblioteca di quartiere. C'era anche Facebook, Tra gli amici si chiamava "la compagnia", un gruppo allargato di amici dove non tutti erano amici nel vero senso della parola ma si stava insieme in un bar, una piazza, un giardino pubblico a fare chiacchiera e perdere il tempo libero.
Se racconto questo a mio figlio che a malapena sa trovare una parola sul dizionario di carta, non ricorda a memoria nemmeno un numero di telefono e non capisce il senso della parola "negativo" parlando di una fotografia, mi rendo conto davvero del cambio epocale.
Ogni giorno, in particolare col mio mestiere, ringrazio le menti illustri grazie alle quali oggi, mi permettono di trovare  le informazioni che servono senza dover gestire un archivio cartaceo immenso e mi consentono di non dover ribattere lo stesso articolo più volte prima di passarlo in fotolito... immagino che Arianna, impaginatrice di questo giornale, faccia la stessa cosa, ma temo che essendo giovane non si renda bene conto di cosa volesse dire impaginare manualmente un giornale.
Un mondo migliore, insomma, non direi mai "si stava meglio quando si stava peggio" ma c'è un ma.
Il mio "ma" si riferisce alla completa dipendenza dalla tecnologia della rete, a dare per scontato che elettricità, copertura satellitare e telefonica siano ovunque. Ho da darvi una brutta notizia: le cose non stanno affatto così. Oggi possiamo ridefinire “selvaggi” quei posti non tanto con la natura incontaminata quanto non coperti dalla rete della telefonia mobile e questa, al momento, arriva solo dove la concentrazione di abitanti e utenti è economicamente conveniente. In  uno dei miei posti segreti dove ogni tanto fermo il camper per qualche giorno, non c'è "campo" e non c'è nemmeno elettricità. Ci credete che ho amici che dopo avermi raggiunto sono scappati via perché non sopportavano l'idea di non essere raggiungibili? A questo siamo arrivati? Probabilmente sono un povero pazzo, ma godo quando non sono reperibile, mi fa sentire terribilmente libero. La nuova frontiera scoutistica credo sia sapersi orientare con le carte stradali e senza il navigatore satellitare, darsi un appuntamento a distanza di due giorni senza doversi ricontattare mille volte, accettare l'idea che nessuno ci possa rintracciare per un po'. Ci vogliamo riprovare? Scommetto che molti tra voi lo troveranno perfino eccitante!